a cura di Simonetta Teucci
Vincasi per fortuna o per ingegno
Il gioco d’azzardo nella letteratura
Nessun
uomo è esente dalla febbre del gioco d’azzardo, che si insinua sottilmente e
poi irrompe con una forza inarrestabile. Dal gioco medievale della zara, agli
scacchi, alla moderna roulette e al poker, l’azzardo ha colpito e colpisce
uomini d'ogni estrazione e di ogni tempo.
L'
antologia Vincasi o per fortuna o per ingegno” intende offrire uno
spaccato, non certo esaustivo, di come l'uomo si è avvicinato al gioco
d’azzardo in epoche e in culture diverse. Da Boncompagno da Signa a Rabelais,
da Goldoni a Parini a Ian Fleming, l’ideatore dell’agente segreto 007, nella
prosa, nel teatro e nella poesia moltissimi scrittori si sono cimentati con
questo tema, disegnando le varie sfaccettature del giocatore e del suo vizio.
Molti poi, come Dostoevskji o Landolfi, sono stati accaniti giocatori loro
stessi e hanno potuto maturare una visione ‘dall’interno’ della febbre del
gioco.
L’antologia
è preceduta da una introduzione che indica i momenti salienti nell’evoluzione
del gioco d’azzardo e il tipo di pubblico che lo ha praticato e ancora lo pratica.
Ogni
brano antologico è introdotto da un cappello che delinea le coordinate
storico-culturali dell’opera da cui è tratto, ed è corredato da note a pie’ di
pagina che spiegano, soprattutto per i testi più antichi, termini ed
espressioni arcaiche o comunque di uso non comune.
Autrice
di numerosi articoli su riviste specializzate, Simonetta Teucci ha insegnato
nel liceo classico, è stata supervisore di tirocinio nella Scuola di Specializzazione per l'Insegnamento secondario Toscana, ed è cultore della materia per Letteratura italiana presso l’Università di Siena. Ha pubblicato Identità/Alterità a Roma (Pisa 2007), Un antico legame. Letteratura, sport e
società (Roma 2018) e L’infinito
potere del denaro (Roma 2019).