Il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca ha inviato recentemente a tutte le scuole secondarie la richiesta di compilare un’Anagrafe dei Titoli e delle Competenze degli insegnanti assunti a tempo indeterminato.
L’iniziativa poteva costituire un’occasione preziosa di monitoraggio del personale docente per rilevare su scala nazionale il livello di preparazione, di aggiornamento e di conseguimento di titoli scientifici e valorizzare, in questo modo, le varie professionalità emerse.
Purtroppo dobbiamo ancora una volta sottolineare la nostra delusione di fronte alle Tabelle ministeriali, che anziché cercare di raccogliere il maggior numero di informazioni, si limitano a considerare un numero di voci estremamente riduttivo. La professionalità dei docenti viene accertata unicamente secondo i seguenti parametri:
Titoli di studio:
Laurea e Diploma di Istruzione secondaria
Titoli culturali e professionali:
Eventuale altra laurea e/o Diploma di istruzione secondaria
Abilitazione al sostegno
Abilitazione all’insegnamento con Metodo Montessori, Agazzi, Pizzigoni
Certificazioni informatiche EDCDL , EUCIP, EIPASS; MOUS; CISCO
Competenze linguistiche certificate secondo il Quadro Europeo di riferimento per Lingue
Altre Abilitazioni.
La professionalità dei docenti, secondo il Ministero, è tutta qui. Ciò significa che buona parte del corpo docente, proprio quello che più si è impegnato negli ultimi anni, si è dovuto limitare a dichiarare solo la laurea conseguita, il diploma di scuola secondaria, la classe di abilitazione, magari una qualche certificazione informatica, se la scuola dove lavora ha istituito un corso riconosciuto dal Ministero. Quella che ne risulta è una fotografia sbiadita, come se il tempo si fosse quasi fermato all’atto dell’immissione in ruolo. Di quanto gli insegnanti hanno fatto in tutti questi anni non c’è traccia.
Nell’anagrafe non sono stati presi in considerazione i seguenti titoli :
a) partecipazione a sperimentazioni ministeriali di tipo strutturale e disciplinare;
b) aggiornamento in corsi di formazione gestiti dalle Università, dalle Associazioni professionali, dal Ministero stesso, dagli Enti locali;
c) attività di formazione iniziale, come hanno fatto i supervisori e i tutor delle SSIS, selezionati in tutta Italia dalle Università e dal Ministero;
d) attività di formazione in servizio nei Corsi di Alta Formazione, nei corsi di aggiornamento e laboratori didattici;
e) attività di ricerca ( a livello disciplinare, metodologico, didattico, pedagogico, ecc);
f) pubblicazione di saggi, articoli, libri di testo;
g) docenze all’Università, collaborazioni con Università straniere e/ o Associazioni culturali nazionali e internazionali;
L’impressione che si ricava da questa anagrafe del MIUR è che essa evada la ricognizione delle abilitazioni presenti nella scuola secondaria in vista solo del loro accorpamento e della definizione delle nuove classi di concorso, funzionali a una ri-strutturazione degli orari e delle discipline nella secondaria superiore. L'obiettivo, dunque, sarebbe il seguente:
avere insegnanti che siano in grado di coprire tipologie di classi diverse, spostabili da una cattedra all'altra a seconda del bisogno, ed evitare nuove immissioni in ruolo.
Inoltre, grazie a questo tipo di anagrafe -in vista della definizione delle nuove classi di concorso nella secondaria- al MIUR potranno stabilire, per gli insegnanti attualmente in servizio, quanto e come accorpare le classi di abilitazione esistenti. L'obiettivo insomma sarebbe la distruzione delle attuali classi di concorso (già in parte realizzato con l'obbligatorietà delle 18 ore settimanali di insegnamento frontale in classe) e la creazione di un insegnante "free" buono per tutte le stagioni, con tutte le conseguenze didattiche e disciplinari del caso.
L'anagrafe professionale, che si attendeva da anni, poteva essere una grande occasione per conoscere dall’interno la categoria, per mettere a fuoco un profilo un po’ meno scontato e banalizzante di quello che ci viene costantemente rimandato dai mass media e dall’opinione corrente. Invece siamo ancora di fronte ad una nuova mortificante strumentalizzazione: ci chiedono di dire chi siamo senza avere l’interesse di saperlo.
L’ADI-sd afferma e tutela la professionalità degli insegnanti e chiede che questa non venga svilita da politiche scolastiche mirate solo ad obiettivi di risparmio indiscriminato e insensato.
Il direttivo nazionale ADI-SD
27 aprile 2011
CONDIVIDONO E SOTTOSCRIVONO IL DOCUMENTO ANCHE LE ASSOCIAZIONI DISCIPLINARI:
ADILT
AIF
ANISA
DD-SCI
A.N.I.TEC.
ANILS
Il direttivo nazionale ADI-SD
27 aprile 2011
CONDIVIDONO E SOTTOSCRIVONO IL DOCUMENTO ANCHE LE ASSOCIAZIONI DISCIPLINARI:
ANIAT
TESOL Italy
GISCEL
CLIO ’92
AISPIScuolaADILT
AIF
ANISA
DD-SCI
A.N.I.TEC.
ANILS